PARAMETRI DI VALUTAZIONE DELLE CAPACITA’ AGONISTICHE NEL TIRO CON L’ARCO AD ALTO LIVELLO
Il tiro con l’arco puo essere praticato in molteplici modi, tiro a distanza, tiro in velocita, tiro di precisione ecc.
Nel caso in cui queste prestazioni di tiro non prevedano una competizione, gli elementi che vanno a comporre la buona riuscita del gesto tecnico, cioe lasciare andare la corda senza alterare il precedente equilibrio raggiunto, sono internazionalmente noti e comuni alla maggioranza delle “pur diverse” scuole di tiro, in quanto rispondono a leggi fisiche, antropometriche, a processi neurologici ecc; comuni a tutti.
Nel momento in cui tirare una freccia diventa un gesto agonistico, le qualita richieste, vengono a essere turbate e modificate profondamente dagli atteggiamenti mentali e dalle capacita intellettive di adattamento alla competizione del singolo atleta come conseguenza della diversa formazione sportivo/culturale ricevuta.
L’atteggiamento mentale con cui affrontera una competizione un ragazzo cresciuto in una nazione ove esiste una cultura diffusa che privilegia l’arrivismo ed il businnes, sara diverso da quello del coetaneo cresciuto in una cultura piu rivolta ai valori contemplativi e spirituali.
L’esecuzione del gesto tecnico, in attivita non competitive, (ludiche) qualsiasi sia il tipo di tiro (velocita, precisione, ecc.) richiede prevalentemente l’uso di energia fisica, la quale e strettamente legata a :
- Misure antropometriche
- Eta
- Preparazione fisica generale
- Stato di salute
- Allenamento specifico
- Padronanza del gesto tecnico
- Attitudini mentali (capacita di concentrazione ecc.)
Il mantenimento del gesto tecnico in gara, per un arciere di alto livello richiede prevalentemente l’utilizzo di energia mentale che e strettamente legata a:
- Preparazione fisica generale
- Stato di salute
- Allenamento specifico
- Padronanza del gesto tecnico
- Vissuto agonistico precedente (esperienza)
- Capacita di canalizzare energie (fisiche o mentali nei momenti di necessita)
- Attitudini mentali (concentrazione,capacita di contenimento dell’emotivita ecc.)
La prima cosa che si evidenzia nei due elenchi riportati, e che tra la pratica ludica o allenamento, e le doti richieste per la competizione, sono spariti come elementi determinanti sia le misure antropometriche che l’eta, a favore di vissuto agonistico e capacita di canalizzare energia.
Sono rimaste in comune tutte quelle doti che influenzano direttamente sia il gesto tecnico che la prestazione agonistica, e che sono la base su cui deve poggiare la crescita dell’agonista, la preparazione fisica generale, stato di salute, allenamento specifico, padronanza del gesto tecnico.
Giova a scanso di equivoci, ricordare che per prestazione agonistica si intende non di certo il punteggio realizzato, ma la posizione di classifica raggiunta.
E esperienza comune a tutti ed inconfutabile che le misure antropometriche e l’eta; sono certamente doti favorenti sia l’acquisizione del gesto tecnico che il miglioramento delle doti fisiche, ma purtroppo queste qualita non sono sufficienti per fare di un tiratore un campione vincente. .
E ovvio che quando si riscontrano nello stesso individuo le giuste doti fisiche, mentali, la giovane eta, una buona esperienza, e doti intellettive di «vincente» il cerchio si chiude ed avremo il «campione ». La pratica ci dimostra che, se delle doti possono venir meno, o essere meno esaltate in un campione, queste possono essere quelle predominanti la sfera fisica «misure antropometriche ed eta» e mai quelle della sfera mentale «vissuto agonistico e capacita di canalizzare energia ».
Il tiro con l’arco come regolamento della FITA, prevede una serie di gare tra cui, Tiro di campagna, FITA, Indoor, Olympic round.
Per queste gare la tecnica di tiro e in linea di massima comune e costante, e pero variabile, per il modo in cui si sviluppa la gara, l’impegno psichico richiesto per ottenere e mantenere buone posizioni in classifica.
Il tiro di campagna, raramente viene a creare per il tiratore una condizione di stress da classifica, inoltre lo stesso ambiente naturale ed il ritmo variato della gara tendono a smorzare stati d’animo tendenti alla sovreccitazione.
Soltanto nel caso in cui, come d’altronde sarebbe piu opportuno e corretto, i concorrenti fossero raggruppati in base ai valori di qualificazione, per il primo giorno, ed in ordine di classifica per il secondo giorno di gara, e ovviamente divisi per classi, in questo caso dicevamo, anche il tiro di campagna diverrebbe piu impegnativo sul piano psichico, venendo ad aggiungersi la conoscenza dei punteggi dei propri avversari, come avviene nelle finali con scontri diretti.
Questo e gia in parte in atto nelle grandi gare internazionali e sta riducendo il margine di spazio che si era creato per quei tiratori che pur molto bravi tecnicamente soffrivano il FIT A, ed avevano trovato nel field una maggiore valorizzazione.
La gara FIT A e ad alto contenuto di stress, in relazione alla conoscenza dei propri punteggi ed a quelli degli altri concorrenti, al ritmo cadenzato della gara ed al terreno in piano. Conservando pero dei discreti margini di recupero, tende a concentrare nel finale la parte piu carica di tensione, basta esaminare gli arrivi in «volata» che si sono verificati nelle ultime edizioni dei mondiali ed europei disputati con questa formula.
La gara INDOOR era sino a poco tempo fa, la gara a piu alto contenuto di impegno psichico, vuoi per l’ambiente chiuso, la limitata possibilita di recupero di eventuali grossi errori, la conoscenza dei punteggi degli altri concorrenti, e le condizioni di luce ed acustiche.
Attualmente l’OLIMPIC ROUND ha introdotto, un ulteriore gradino di stress ed impegno mentale dovuto agli scontri diretti. In pratica nel FITA di qualificazione l’impegno riguarda prevalentemente i tiratori che gravitano intorno al 32° posto e molto meno quelli che occupano le prime piazze, ma dal terzo giorno in poi non c’e piu spazio per la minima distrazione, la situazione puo diventare ancora piu difficile in condizioni atmosferiche avverse, ove la possibilita di errori clamorosi diviene piu probabile.
Questa analisi dei diversi livelli di impegno mentale necessario per il raggiungimento del primo posto nelle gare di tiro con l’arco, e necessaria per capire che la valutazione di un atleta di alta competizione deve essere basata prevalentemente sulle sue capacita psico/agonistiche.
E errato partire dal presupposto che da molti buoni talenti tecnici poi emergera il campione vincente, senza fare nulla perche cio avvenga.
LE CAPACITA PSICO/AGONISTICHE DI UN ARCIERE POSSONO E DEVONO ESSERE ALLENATE COME LA SUA FORZA E LA SUA TECNICA
Come nell’allenamento della forza e della tecnica, giustamente c’e la ricerca di un metodo basato sulla massima linearita e semplicita con l’uso di attrezzature controllabili e che non creino traumi fisici, cosi nell’apprendimento e nell’evolversi delle situazioni agonistiche, deve essere posta molta cura nella selezione degli impegni da affrontare, e della loro entita e qualita.
Far partecipare ad un impegno importante, un mondiale od una olimpiade, un atleta immaturo per tale evento, corrisponde esattamente (rapportato sul piano fisico) a fari o tirare con un arco di un libraggio esagerato per il suo giovane fisico, e se per i danni fisici causati da eccessi di carico, e possibile attuare validi rimedi, quali fisioterapie, farmaci, riduzione dei carichi, ecc. per i danni psichici, sebbene siano praticabili dei rimedi, non e affatto certa la loro efficacia nel tempo, comunque anche in questo caso come per i danni fisici il miglior rimedio e la prevenzione. Occorre programmare per gli atleti impegni agonistici adeguati alle loro capacita psico/agonistiche. Non e affatto propedeutico sottoporre degli atleti a delle sconfitte gia predestinate, in quanto questo puo creare rassegnazione in un ruolo di inferiorita, creando l’esaltazione dei campioni che appaiono imbattibili e «lunari».
Come per la parte fisica ci si preoccupa giustamente di salvaguardare l’atleta dai traumi, di accrescere la forza necessaria al controllo dell’attrezzo ed alle fatiche della gara, oltre che del miglioramento della tecnica di tiro, lavorando sulle sue doti naturali cosi per la parte psichica e possibile e necessario fare le stesse cose, cioe, prevenire i danni psichici, accrescere e preservare l’energia mentale, programmandola e canalizzandola ai momenti di vera necessita.
L’aspetto preventivo dei danni psichici oltre a quanto detto sulla giusta proporzione tra capacita e livello di impegno di gara, deve anche riguardare le giuste aspettative,
cioe il giusto rapporto tra il valore tecnico dell’atleta che si puo valutare in allenamento e le sue possibilita di ottenere risultati in linea in gara; a tal fine e indispensabile che in allenamento l’atleta, ricreando situazioni il piu vicine possibili alla gara, quali tempi di tiro, sequenza delle distanze, alimentazione, eventuali incidenti tecnici, impari a valutare il suo valore reale, e su questo basare le proprie aspettative.